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I 3 elementi che favoriscono il cambiamento nella persona anziana.

  • Alessandra Paganelli
  • 5 nov 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

I 3 elementi che favoriscono il cambiamento nella persona anziana.

Durante l’invecchiamento la persona anziana deve affrontare un serie di mutamenti che riguardano le sfere personali e relazionali. Questi richiedono un cambiamento continuo nelle modalità di considerare la propria autonomia e le proprie capacità.

La persona anziana va incontro ad un processo di rallentamento in termini di efficienza e di velocità, che pone delle limitazioni e segna un cambiamento rispetto alla posizione precedente. Di fronte alle sfide della sua salute la persona anziana, secondo Reichard, Livson e Peterson (1962), può mettere in atto risposte diversificate:

  • Risposta costruttiva - la persona prende parte attiva al processo di cura e accetta le proposte terapeutiche e riabilitative. In questo modo la persona mantiene un senso di utilità e un ruolo partecipativo;

  • Rifugio nella dipendenza - la persona anziana esprime tutta la sua insoddisfazione per la propria condizione e l’affronta con un atteggiamento di attesa verso gli altri che devono risolvere la sua condizione. Questo atteggiamento è fonte di disagio per i caregiver e può essere affrontato aiutando la persona ad assumere un ruolo attivo.

  • Risposta difensiva - la persona rifiuta di accettare qualsiasi aiuto da parte degli altri, scambiando ogni proposta di cura come minaccia alla sua indipendenza. In questo caso è opportuno rispettare l’esigenza di mantenimento dell’autonomia ed evitare approcci invasivi.

  • Risposta ostile - la persona anziana accusa gli altri di tutte le sue difficoltà e assume un atteggiamento rivendicatori verso i curanti e verso il mondo. Alla base vi è una richiesta di guarigione che è impossibile da soddisfare.

  • Risposta depressiva e di autoaccusa - la persona esprime la sua incapacità e la sua impotenza.

La prima risposta rappresenta l’optimum dell’adattamento alle condizioni di salute, la seconda e la terza contengono elementi di adattamento ma possono complicare il lavoro di cura rendendo complessa l’interazione interpersonale. Le ultime due tipologie di risposta, invece, risultano disadattate.

Tra gli elementi che risultano importanti nel concetto di “invecchiare bene” Rabih Chattat (2004) cita i seguenti:

  1. Le capacità adattive e le modalità di confrontarsi con le limitazioni in termini di “fare il meglio che si può con quello che si ha”;

  2. Il grado di motivazione e di partecipazione del soggetto a sviluppare attitudini e stili di vita che possono favorire il benessere;

  3. La presenza di risorse personali e sociali che possono favorire questo adattamento.

La presenza di una patologia fisica non è quindi di per sé una condizione sufficiente nel determinare un disadattamento dell’anziano. Occorre che si verifichino anche altre condizioni che diventano ostacoli alla compensazione, cioè all’individuazione di nuove strategie per il raggiungimento dello stesso risultato o la modificazione degli obiettivi.

Ad esempio, al pianista Rubinstein è stato chiesto durante un intervista come riuscisse a continuare a suonare il piano in modo eccelso nonostante l’età.

Egli risponde, dimostrando la sua abilità di adattamento, che ha scelto solo alcuni brani da suonare, si esercita continuamente nella loro esecuzione e per far fronte al rallentamento cerca di eseguire le parti lente del brano in maniera ulteriormente rallentata, in modo che le parti veloci mantengano la loro efficacia.


 
 
 

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