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E’ possibile sentirsi tristi a Natale? Sì, ecco che fare.

  • Alessandra Paganelli
  • 17 dic 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Le festività natalizie sono notoriamente il sinonimo della felicità, di momenti da fiaba dove la realtà si mescola all’illusione di un mondo quasi perfetto. Famiglie riunite, regali sotto l’albero, fiumi di spumante, vacanze e quasi l’obbligo di sentirsi gioiosi, felici, spensierati.

Può succedere che nonostante gli addobbi e le luci sfavillanti i momenti di festa ci evochino sentimenti malinconici e tristi. Gli anglosassoni la chiamano “Christmas Blues”, un vero e proprio “tour de force” di convenzioni sociali e festeggiamenti “obbligati” che, per alcuni, porta con sé ansia, insonnia, crisi di pianto, pensieri negativi e malessere.

Va da sè che le festività natalizie e l’imminente fine dell’anno sono potenziali fonti di stress:

  • frequenti incontri familiari magari proprio in un momento in cui i nostri affetti non ci sono vicini o abbiamo di recente perso una persona cara o in cui siamo fortemente in disaccordo con loro. Questo accresce il senso di solitudine e il desiderio di avere qualcuno con cui condividere questi momenti festosi;

  • la lista dei regali da fare o il non poterli fare per difficoltà economiche;

  • l’abituale inclinazione a “tirare le somme” rispetto all’anno appena trascorso, che ci porta a valutare noi stessi rispetto ai nostri desideri e aspettative;

  • la pausa dalla normale quotidianità che ci costringe a guardarsi dentro e fare emergere quelle emozioni soffocate e messe da parte nella frenesia della vita.

Tante emozioni che possono contrapporsi e prendere il sopravvento.

La tristezza, ad esempio, è una di queste, un’emozione spiacevole che proviamo quando ci viene a mancare qualcosa o qualcuno o quando proviamo un senso di insoddisfazione e frustrazione. Pur nella sua negatività questa emozione ci è utile per giungere a nuove comprensioni e muoversi verso un cambiamento. La tristezza non è un capriccio ma il segnale di una situazione di disagio che deve spingerci a chiedere aiuto e a generare cambiamento. È importante riconoscere questa emozione e nei casi di maggiore intensità e continuità nel tempo rivolgersi a un esperto per affrontare la situazione nel modo giusto.

Ma nell’immediato come possiamo affrontarla? Ecco alcune indicazioni:

  • Fermarsi ad ascoltare le nostre emozioni e a riflettere sui pensieri a cui sono collegate: ogni situazione che viviamo può suscitare in noi emozioni positive o negative, adeguate o non adeguate, non tanto per la situazione in sé, ma per il nostro modo di leggerla, di definirla, attraverso i nostri pensieri, il nostro dialogo interno. Il problema non è nel territorio ma nella mappa mentale con cui noi percepiamo, diamo significato al territorio.

  • Condividere questi vissuti con altre persone: parlatene, raccontate come vi sentite. Questo vi consentirà di mettere i vostri vissuti in parole, dare voce alla vostra esperienza emotiva e alle sensazioni che provate, in più insieme ad altre persone si potranno esplorare punti di vista alternativi.

  • Allentare la pressione indotta dalle aspettative, dalle convenzioni sociali e dallo stress delle “mille cose da fare”, pianificando gli impegni e le cose da fare partendo da quelle più gradite, dedicando tempo al prendersi cura di sé.

  • Rimanere agganciati al presente, al qui e ora, non cadendo nella tentazione di seguire il nostro rimugino mentale sul passato o nel futuro perché non ci aiuta a risolvere i problemi ma non fa altro che tenerci sintonizzati sulla stessa frequenza di umore. È utile mantenere una continuità con la nostra quotidianità e godere delle ore di luce con una passeggiata di all’aria aperta.

 
 
 

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