Perchè rivolgersi ad uno psicologo?
- Alessandra Paganelli
- 10 set 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Spesso si sente dire che chi va dallo psicologo “è matto”, che soffre di un grave disturbo psicopatologico o è talmente debole da non riuscire ad affrontare i suoi problemi da solo o parlandone con amici e familiari.
Richiedere un colloquio ad uno psicologo può essere vissuto come frustrante e fallimentare ma, se ci pensiamo, fare qualcosa che possa aiutarci a superare la difficoltà o il problema che stiamo vivendo rappresenta più un atto di coraggio che un’esperienza di insuccesso.
Lo psicologo rappresenta la figura professionale a cui possiamo rivolgerci per migliorare la nostra capacità di comprendere noi stessi e gli altri, per un problema specifico o sintomi psicopatologici, per essere più consapevoli dei nostri desideri, obiettivi e individuare così le strategie e i comportamenti più efficaci per soddisfarli.
Lo psicologo promuove le risorse della persona al fine di migliorarne il livello di benessere.
Si può, quindi, chiedere l’aiuto di uno psicologo per diverse ragioni, come per esempio:
ci si sente in un periodo di crisi e non si sa come uscirne;
ci si sente sopraffatti dalle richieste degli altri e non si riesce a dire di no;
si hanno reazioni che non ci si aspetta e si vorrebbe capire il perchè;
si vivono sensazioni di tensione e ansia che portano ad evitare cose, situazioni, contesti limitando quindi l’agire quotidiano;
si desidera un lavoro/facoltà universitaria appagante ma non ci si riesce ad orientare di fronte alle diverse opzioni.
si vivono sentimenti di tristezza in seguito a eventi di vita, quali separazioni, lutti, ecc.
Durante il primo colloquio, lo psicologo ascolta e raccoglie informazioni. In questo modo può suggerire un percorso di supporto psicologico o eventualmente consigliare il professionista più adatto per il problema specifico.
Per approfondire:
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